La “cucina economica” era una stufa geniale nel suo concetto. Il riscaldamento era evidentemente la sua prima funzione, a legna (si infilavano le stèle da una porticina) e in seguito anche a carbone.
Vi erano inoltre un forno e altri due sportelli, uno per raccogliere la cenere e l’altro per le varie attrezzature per la cucina.
Sulla piastra superiore si scaldavano le varie pentole per preparare i cibi, ma l’aspetto più geniale, nella sua semplicità e funzionalità, era una serie di cerchi concentrici che si potevano togliere uno dopo l’altro a seconda del diametro del stagnà par la polenta (il paiolo), che così andava direttamente a contatto col fuoco.
Dall’altra parte della stufa era incassata una vaschetta che consentiva di avere sempre a portata di mano un po’ di acqua calda per l’avvio della cottura della pasta, altre cotture e le piccole necessità… come le borse de l’acqua calda.
Tutt’intorno alla stufa correva un tubo che, oltre a garantire la protezione dalle ustioni, serviva per stendere ad asciugare strofinacci e asciugamani.
Anche il grosso tubo che usciva dalla stufa per scaricare all’esterno il fumo caldo aveva la funzione di riscaldamento; ma non solo… su questo tubo, ad una certa altezza era fissata una rastrelliera a semicerchio che permetteva di mettere ad asciugare i panni, lenzuola e quant’altro… soprattutto le bende (striscie di lino e più tardi di cotone) che servivano per fasciare i neonati, sostituite ora…dai Pampers.